Dal Nuovo Codice degli Appalti alla Sfida del Risk Management: Verso una Governance più Solida
Codice Appalti e Risk Management: un cambiamento inevitabile?
L’approvazione del nuovo Codice degli Appalti (D.Lgs. 31 marzo 2023, n. 36) segna un punto di svolta nella gestione degli appalti pubblici in Italia, introducendo principi che mirano a rafforzare efficienza, trasparenza e sicurezza nei progetti infrastrutturali.
In questo scenario, il risk management non è più una semplice opzione, ma una leva strategica essenziale per il buon governo delle commesse pubbliche. Un approccio strutturato alla gestione del rischio diventa così fondamentale per garantire la sostenibilità economica e operativa dei progetti, tutelando al contempo l’interesse pubblico.
Tra gli aspetti più significativi di questa riforma emerge una spinta verso una gestione del rischio più strategica, lungimirante e orientata alla creazione di valore. Come trasformare questa evoluzione normativa in un’opportunità concreta per il settore?
Un Codice che evolve: la gestione del rischio come leva di successo
L’articolo 44 del nuovo Codice degli Appalti evidenzia l’importanza della valutazione del rischio sin dalle prime fasi di progettazione. Non si tratta di un obbligo esplicito, ma di una chiara direzione strategica: integrare il risk management nelle strategie di procurement significa affrontare le sfide con maggiore sicurezza e competitività.
L’adozione di strumenti di gestione del rischio consente alle amministrazioni di migliorare la trasparenza, ridurre il rischio di contenziosi e ottimizzare l’uso delle risorse pubbliche. Un approccio già consolidato a livello internazionale, dove il controllo del rischio è una leva fondamentale per la sostenibilità e la governance dei progetti.
Dalla norma ISO 31000 alla pratica operativa
Metodologie internazionali, come la UNI ISO 31000:2018, offrono un riferimento solido per la gestione del rischio. Sebbene non citata nel Codice, molte stazioni appaltanti la adottano già per affrontare le criticità con un approccio strutturato.
Il risk management non è più un’attività isolata, ma un processo continuo che accompagna l’intero ciclo di vita di un progetto, rafforzando sostenibilità e resilienza. In contesti complessi, saper trasformare il rischio in opportunità può fare la differenza tra il successo e il fallimento di un’opera pubblica.
Ruolo strategico delle stazioni appaltanti
L’attuale scenario infrastrutturale richiede stazioni appaltanti sempre più strategiche, capaci di anticipare criticità e mitigare i rischi. Questo impone un cambio di paradigma: dalla gestione reattiva a un approccio previsionale e integrato, basato su competenze specialistiche e strumenti avanzati.
Le stazioni appaltanti qualificate devono adottare modelli di governance che coniughino efficienza, solidità finanziaria e sostenibilità operativa, migliorando le performance delle opere pubbliche e rafforzando la fiducia dei cittadini.
Il nuovo Codice degli Appalti promuove un approccio sistemico al risk management, spingendo le realtà più evolute a investire in strumenti analitici e processi strutturati.
La vera sfida è capire se questa evoluzione diventerà un obbligo normativo o se resterà un vantaggio competitivo riservato ai soggetti più lungimiranti.
Un’opportunità per il futuro
L’evoluzione normativa introdotta dal nuovo Codice degli Appalti rappresenta un’opportunità fondamentale per rivedere e rafforzare la gestione del rischio nel settore pubblico. L’integrazione di metodologie strutturate, l’utilizzo di tecnologie avanzate e il consolidamento di competenze specialistiche possono trasformare la gestione del rischio in un asset strategico, orientato alla prevenzione e alla resilienza.
È il momento di affrontare questa sfida con determinazione, consapevoli che una gestione responsabile del rischio è la base per costruire un futuro più solido e sostenibile per le opere pubbliche e per il Paese.
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